Nasce dal desiderio di unità che accomuna le aziende vinicole della Val di Cornia e oggi, nel solco di una nuova socialità post-pandemica, rappresenta un punto di riferimento per una rete di produttori locali che puntano a valorizzare l'affascinante legame che unisce vino e territorio e ne fonde le alchimie nel bicchiere: parliamo del Consorzio Suvereto e Val di Cornia. La neonata realtà, che ha sede nel borgo medievale di Suvereto, ha intrapreso il suo cammino nell'autunno 2021, scegliendo di scommettere sul senso di comunità tipico del territorio per abbracciare le specificità che caratterizzano l'istituto consortile. La parola d'ordine è, naturalmente, “identità", un concetto che in Val Di Cornia incarna un vero e proprio tessuto connettivo che tiene insieme componente umana, territorio e produzioni vinicole. Cosa rappresenta questa istituzione per la Val di Cornia e quali sono i vini che tutela? Ne abbiamo parlato con il Segretario Daniele Becchi.
Dall'idea di “Comunità" all'iter consortile
Il Consorzio Suvereto e Val Di Cornia vanta una base sociale di circa una trentina di aziende accomunate dall'impegno sul fronte della tutela e della promozione delle tre denominazioni presenti sul territorio: Suvereto DOCG, Rosso della Val di Cornia DOCG e Val Di Cornia DOC. “Dopo l'atto costitutivo - spiega Daniele Becchi ripercorrendo i momenti salienti della nascita del Consorzio - il primo step è coinciso con la richiesta del riconoscimento dei poteri erga omnes che, in base a quanto stabilito dalla legge 238/2016 “Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e commercio del vino", vengono attribuiti sulla base della rappresentatività che la realtà consortile esprime sia in termini di cantine aderenti, che di produzioni.
Alla luce della sua alta rappresentatività, il Consorzio di Suvereto ha ottenuto il riconoscimento di questi poteri nella primavera del 2022, da lì in poi, precisa Becchi: “Tutte le realtà coinvolte hanno abbracciato gli obiettivi di tutela, promozione e cura degli interessi generali della filiera e dei consumatori, non solo nei confronti dei propri associati, ma anche nei riguardi di chi impiega le denominazioni tutelate, a prescindere dal vincolo associativo. Un aspetto, quest'ultimo, che di fatto rappresenta un riconoscimento della centralità dell'ente consortile nello sviluppo dei marchi e dei relativi terroir.
Tra le prerogative tecniche in capo al Consorzio Suvereto e Val Di Cornia c'è poi quella che viene definita “riorganizzazione della piramide qualitativa", che consiste nel riallineamento dei disciplinari all'attuale realtà ampelografica e produttiva.
Il terzo aspetto chiave degli obiettivi che i poteri erga omnes assegnano al Consorzio è, infine, legato alla promozione: su questo fronte, alla luce della misura 3.2 del PSR, l'istituto nato tra Suvereto e la Val Di Cornia ha ricevuto un finanziamento finalizzato allo sviluppo di un piano di comunicazione biennale volto a incrementare la riconoscibilità e la qualità percepita delle denominazioni.
Promuovere il rapporto tra vino e territorio: il Consorzio si racconta
Cuore pulsante dell'attività promozionale abbracciata dalle cantine aderenti al Consorzio è il legame tra denominazioni e terroir, “D'altra parte - precisa il segretario Becchi - il vino è il punto di incontro tra tutti quegli elementi immateriali che sono presenti sul territorio, un aspetto che consente di dare vita a un vero e proprio vantaggio competitivo e dunque di creare l'identità dell'area geografica in cui nascono le produzioni. E la storia dei vini della Val Di Cornia vanta capitoli affascinanti che ci portano indietro nel tempo, fino all'epoca napoleonica, quando vitigni tipicamente toscani, come il Sangiovese e il Vermentino si intrecciano con alcune specie internazionali. L'occasione è legata all'arrivo sul territorio di Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella dell'Imperatore Napoleone e moglie di un generale corso, che si stabilisce in Val Di Cornia a seguito della ricostituzione del Ducato di Piombino. Elisa portò con sé in Toscana un po' della sua terra, tra cui anche delle barbatelle necessarie a realizzare dei vigneti 'all'uso moderno di Bordeaux', che trovarono spazio nel villaggio minerario che la stessa Elisa fece costruire nel Parco dei Montioni per produrre allume. Un aneddoto storico che da una parte conferma la poliedricità delle anime che caratterizzano la Val Di Cornia, mentre dall'altra ne racconta il profilo internazionale. Come sottolinea Daniele Becchi: “La Toscana non è solo Sangiovese, anzi: le coltivazioni che caratterizzano il territorio sono molto più eterogenee. D'altra parte degli 820 ettari di vigneti che si estendono in Val Di Cornia, 150 sono coltivati a Sangiovese, altri 150 a Merlot, 100 a Vermentino, 150 a Cabernet Sauvignon, 50 a Syrah e 50 a Cabernet Franc: una proporzione che - precisa Becchi - “La dice lunga sull'equilibrio tra la Toscana “sangiovesista" e quella più attenta agli innesti internazionali, che solitamente si sviluppano nelle aree costiere".
Tra acque termali e giacimenti minerari: ecco il terroir dei vini della Val di Cornia
Il Consorzio racconta al mondo le sue tre denominazioni, Suvereto Docg, Rosso della Val di Cornia DOCG e Val Di Cornia DOC, e ne schiude le meraviglie attraverso un viaggio che va dalla terra al bicchiere: in Val Di Cornia questo è un percorso che regala sensazioni davvero intense e offre un assaggio della Toscana mineraria. Come ci spiega il presidente Becchi, infatti: “A fare la differenza è l'apporto dei minerali presenti su questo territorio particolarmente ricco di giacimenti e acque termali, una località che si affaccia sull'Isola d'Elba, una peculiarità che si riconosce sia in termini di complessità del profilo organolettico, che sul fronte della mineralità: questo significa che i vini tutelati dal Consorzio si caratterizzano per un mix di sensazioni che si muovono al confine tra la sapidità, l'acidità e le componenti mediterraneo-balsamiche.
Per appassionati di vini e turisti la scoperta di questo universo sensoriale avviene in un luogo suggestivo almeno quanto la storia dei tre vini: parliamo dell'ex asilo di Suvereto, ai piedi della Rocca Aldobrandesca, una sede storica che regala una vista mozzafiato sulla Val Di Cornia e che, precisa Daniele Becchi: “Mette in relazione il vino, il suo territorio e la base produttiva composta dalle circa 30 cantine che fanno parte del Consorzio, la perfetta sintesi tra fronte normativo e di tutela, associazionismo e terroir".
Tra le realtà produttive della Val di Cornia: viaggio a Monterufoli
Tra le cantine che animano le attività del Consorzio c'è anche la Tenuta di Monterufoli: qui, a pochi km dalla splendida Costa degli Etruschi, immersa nella macchia mediterranea dell'omonima riserva naturale, questa antica struttura legata al Conte Ugolino della Gherardesca regala un tuffo nella Toscana dantesca e rappresenta una tappa importante per scoprire la Val Di Cornia e il suo terroir ad alta concentrazione di minerali. Non a caso da qui è possibile partire alla scoperta delle miniere di lignite e di magnesite, raggiungere in fuoristrada i giacimenti di calcedonio e immergersi nei vigneti che circondano la Tenuta durante una rilassante passeggiata in bicicletta.
Naturalmente in questo luogo così suggestivo, dove anticamente transitavano i carichi di lignite verso Livorno, oggi è possibile anche fare una full immersion nel mondo del vino: chi visita la cantina della tenuta ha la possibilità di osservare da vicino la produzione di uno dei vini tutelati dal Consorzio, come il “Poggio Miniera Val di Cornia rosso DOCG", proposto accanto al pregiato “Pian di Seta Vermentino di Toscana Bio IGT".
La Tenuta si presta, poi, anche a una mini vacanza da trascorrere nel cuore della Val Di Cornia, coccolati in una delle tre strutture ricettive: la Miniera le Scuderie e la Casa delle Guardie, che in tutto offrono nove camere e sei appartamenti in stile toscano.
Un viaggio tra terra e sapori che si inserisce nel contesto definito dal Consorzio e dalle sue attività di promozione.
Con le sue peculiarità la Val Di Cornia descrive un perimetro identitario incastonato tra costa, acque e minerali: i suoi vini ne sono la sintesi perfetta e, grazie al Consorzio che li tutela, raccontano questa splendida terra in tutto il mondo. E voi siete pronti a scoprirli?