Ogni bicchiere di vino racconta una storia. E quella raccontata da un calice di “Ò di Còlpetrone" Montefalco Sagrantino DOCG 2016 è diversa da tutte le altre ed è fatta di fascinazione ed emozione autentica. Una storia che è iniziata anni fa, frutto di un lungo e attento lavoro di valorizzazione del territorio e dei suoi vitigni autoctoni. Perché Còlpetrone vive di un'uva unica, il Sagrantino, e oggi vi raccontiamo la nuova etichetta della Tenuta che nasce per condividere con tutti lo stupore che si prova ad assaggiarla.
Valorizzazione del territorio e di un'uva unica, il Sagrantino
Per raccontarvi la storia di questo vino dobbiamo fare un passo indietro, e tornare a quando Còlpetrone – oggi una delle più importanti realtà produttive del comprensorio della DOCG di Montefalco - era una piccola azienda. Fondata negli anni '90, la volontà aziendale è stata quella di creare una casa degna dell'altissima qualità dei vitigni autoctoni di quell'area specifica, il Sagrantino.
Con il passare degli anni, questa volontà è coincisa con il voler approfondire sempre di più le conoscenze che si ritenevano già acquisite non solo del territorio ma di quest'uva speciale e di tutte le sue potenzialità, individuando appezzamenti particolari per un mix di caratteristiche pedoclimatiche e intrinseche dell'uva stessa, di qualità “superiore".
Ed è così che lo staff enologico della Tenuta di Còlpetrone ha portato alla “scoperta" di un terreno posizionato a San Marco, una delle colline storiche di Montefalco e che si pensa essere la culla del Sagrantino. Ciò che è emerso è una fascinazione totale verso gli assaggi di questa partita specifica di vino, per la prima volta vinificato a parte. Da qui parte la sfida di “Ò di Còlpetrone" Montefalco Sagrantino DOCG 2016.
Ò di Còlpetrone: il percorso sensoriale
Puro Sagrantino 100%, “Ò di Còlpetrone" Montefalco Sagrantino DOCG nasce dall'annata 2016, che si è distinta per la sua innegabile qualità oltre la media. Ma in cosa si differenzia, ad esempio, da altri vini come il Sagrantino Memoira o il Sacer?
Il protocollo di maturazione e vinificazione è lo stesso degli altri vini. La particolarità del nuovo nato non risiede quindi in una tecnica di cantina diversa o dall'utilizzo di tecniche di affinamento differenti da quelli standardizzati, ma dalla valorizzazione delle caratteristiche intrinseche di quest'uva. La fase di macerazione avviene in acciaio, e una volta terminata il vino viene posto in botti di rovere francese per 12 mesi e infine imbottigliato. Occorreranno poi altri sei mesi di affinamento in bottiglia prima della messa in commercio.
Il risultato è un vino rosso rubino intenso con riflessi granati, che trasmette al palato note piacevoli e non aggressive. Dall'assaggio, ciò che emerge non è il muscolo ma l'emozione, che si esprime in una lunghezza e una persistenza incredibili in bocca. In evidenza, note speziate, di fiori e viola mammola in particolare, e di frutti rossi in confettura che lo rendono un prodotto complesso e ricco, diverso da tutti gli altri.
Ò come “stupore"
Una selezione per essere tale deve essere diversa, trasferendo nel bicchiere caratteristiche uniche rispetto a quelle di un altro vino. Ed è ciò che accade con “Ò di Còlpetrone" Montefalco Sagrantino DOCG che già nel labelling sui toni dell'oro esprime questa preziosità e unicità. La Ò, quindi, è sia per richiamare nel lettering la provenienza e il legame con il territorio e la Tenuta, ma anche e soprattutto per condividere lo stupore e la fascinazione che lo staff enologico ha provato al primo assaggio. Nel naso e in bocca questo nuovo vino vuole trasferire l'emozione che il Sagrantino può dare e che Còlpetrone può raccontare nelle sue sfaccettature, grazie a un attento e appassionato lavoro di studio di un vigneto che ha una storia antichissima e di cui ancora non si conoscono tutte le potenzialità.
Un vino che, tra i suoi riflessi rubino, racchiude tutta l'essenza e la bellezza del territorio umbro e che continuerà a sorprendervi.